Emergenza siccità Kenya

In Kenya la siccità è una calamità nazionale. A lanciare l’allarme è stato il governo di Nairobi mentre il presidente Uhuru Kenyatta ha messo in guardia i commercianti e i distributori di viveri a non approfittare della situazione per arricchirsi a danno dei poveri. Il leader kenyano ha lanciato un appello alla comunità internazionale a fornire aiuti. Se non arrivassero gli aiuti, precisa la Croce rossa keniana, 2,7 milioni di persone rischiano di morire di fame.

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Cari Amici,

abbiamo aspettato anche noi a chiedervi aiuto, come stanno aspettando tutti qui le piogge.

Ma le nuvole continuano a passare senza portare una goccia. E ormai la situazione è diventata davvero drammatica.


Il Kenya ha dovuto dichiarare lo stato di emergenza nazionale per calamità naturale. Oltre che sui giornali lo vediamo tutto intorno a noi. La siccità che spesso suona come una dato, una statistica raccontata dai telegiornali è una durissima realtà che impatta su tutti gli aspetti della vita.


Tutta la regione del Samburu Nord è completamente arida, tutto secco. Nei fiumi stagionali neanche una goccia, nei pozzi neanche. I pastori Samburu hanno dovuto lasciare le famiglie per portare i loro animali in aree molto remote dove persiste l’ultima erba e per farvi un esempio pratico, poichè nella cultura Samburu è il padre che decide pressoché tutto, molto spesso non possiamo fare operazioni mediche importanti (osteomieliti, innesti su ustioni gravi, etc) perchè non abbiamo il consenso del padre che è chissà dove a far sopravvivere il bestiame, per loro unica fonte di sostentamento e sicurezza economica in caso di reale necessità.

Molti bambini hanno dovuto lasciare la scuola per seguire gli animali, altri si sono dovuti rifugiare nelle zone più montuose del Monte Nyro dove  c’è più vegetazione, ma sono ancora più isolati da tutto e lontani dalle scuole e dai servizi sanitari.

Le donne arrivano in maternità per partorire in stati di disidratazione e malnutrizione cronica elevatissimi, anemiche;  ogni taglio cesareo di emergenza è un taglio cesareo complesso per le condizioni precarie della donna.

Il tasso dei neonati prematuri sotto 1 kg è aumentato drasticamente a causa delle infezioni continue delle donne correlate alla mancanza di acqua e per gli sforzi e le distanze che devono percorrere quotidianamente per procurarsi l’acqua.

Con l’aumento dei neonati prematuri, il numero delle morti perinatali è diventato elevatissimo. Nell’ultima riunione di ospedale, fatta per discutere le morti perinatali, siamo rimasti tutti senza parole nel vedere sul tavolo la pila di cartelle dell’ultimo mese.

Questo elenco potrebbe andare avanti ancora molto a lungo e come disse un professore di Salute Globale “la povertà è un sistema in perfetto equilibrio, e come tutti i sistemi in perfetto equilibrio, molto difficile da alterare”.

Onestamente, di continuare a vivere tutto questo in attesa delle piogge, non è più possibile; così abbiamo deciso, per quanto poco possa essere, di alterare quell’equilibrio e portare del cibo direttamente alle famiglie di alcuni villaggi che da anni seguiamo con progetti di sviluppo: Tuum, Parquati, Wasarongai, Simalè, Lalerock.

La Contea Samburu e il governo del Kenya si stanno muovendo, hanno comprato cibo dal WFP (World Food Program) che a sua volta ha incaricato un’associazione per la distribuzione, ma i tempi sono ancora lunghi. Abbiamo così progettato questo intervento piccolo ma immediato, per tamponare un minimo la situazione.

90 Kg di fagioli (20 sacchi) = 1800 kg costo 1.500 euro
90 Kg di mais (20 sacchi) = 1800 kg costo 760
45 kg di riso (25 sacchi) = 1125 kg costo 1.000 euro
45 kg di farina (25 sacchi) = 1125 kg costo 500 euro
10 lt di olio per cucinare (40 scatole) = 400 litri costo 520 euro
Camion, affitto per trasporto = costo 250 euro
Pozzo di Parquati e serbatoio 500 lt = costo 2500€

Le famiglie individuate per il supporto sono in precedenza famiglie con più figli, donne incinta e bambini sotto i 5 anni di età.

  • 140 famiglie a TUUM
  • 140 famiglie a Parquati
  • 110 famiglie a Wasarongai
  • 80 famiglie a Simalè
  • 80 famiglie a Larerok

Nel villaggio più remoto di tutti, Parquati, vorremmo ripristinare la pompa del pozzo che è rotta e creare un serbatoio di emergenza di 5000 litri per un costo di circa 2.500 euro.

La settimana tra il 20 e il 24 febbraio, in seguito alla diretta richiesta di aiuto dal preside della scuola, abbiamo depositato e montato un serbatoio di acqua da 5000 litri per la scuola di Simalè, in modo da creare una fonte temporanea di acqua per tutti i bambini della scuola. Il costo è stato di 700 euro. (400 euro di serbatoio, 200 di trasporto, 100 euro tubature e cemento per la base).

In questi giorni grazie al vostro supporto stiamo già ricevendo le donazioni. Entro questo fine settimana (4-5 Marzo 2017) vorremmo già procedere all’acquisto del cibo in modo da iniziare la distribuzione già dalla prossima settimana. L’emergenza è adesso.

Appena finito la distribuzione del cibo e i serbatoi di acqua vi rendiconteremo con precisione il tutto.

Grazie a tutti coloro che ci aiutano in questo piccolo tentativo di “rompere l’equilibrio”.

FTC Kenya

 

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