ADAMO – Atacama Desert Adventure from Mars to Ocean

Tommaso attraverserà, a piedi ed in solitaria, la parte nord del deserto dell’Atacama in Cile partendo da San Pedro de Atacama per raggiungere l’Oceano Pacifico, dopo aver attraversato la valle di Marte. Attraverso questo viaggio vuole contribuire alla costruzione di un pozzo nel villaggio di Sophie, in Mali.

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L'avventura sportiva, nello scenario ostile come il deserto in quota dell'Atacama in Cile, l'ho legata al tema del rispetto per l'acqua. L'acqua è determinante per la vita, come per il mio attraversamento a piedi del deserto fino all'oceano Pacifico. La ricerca di contenuti sull'acqua, da miscelare all'avventura cilena, mi ha portato a conoscere l'associazione umanitaria “Find the Cure”.

Ho scelto di collaborare con Find The Cure, perché la reputo seria ed appassionata e tra le sue tante attività benefiche nel mondo, si occupa di seguire con la ricerca di fondi, la costruzione di pozzi in Paesi dove è critico l'accesso all'acqua.

Il mio impegno a raggiungere obiettivi sportivi personali, affiancando l'opera umanitaria di Find The Cure, rende la mia avventura più motivante, perché ogni piccola cosa che farò per raggiungere l'Oceano Pacifico, potrà donare ad esseri umani la realizzazione del loro sogno acqua.

Tommaso Palo


Il progetto supportato da ADAMO

I fondi raccolti saranno destinati alla costruzione di un pozzo nel villaggio di Sophie, in Mali.

Costo del progetto: 10.000 euro comprensivi di studio idrogeologico, scavo e impianto pompa manuale

Sophie è una piccola frazione, scarna di vegetazione, nel Comune di Kassaro. Si trova nella stessa area di due villaggi, Tomojan e Mogayabogou, dove in passato abbiamo costruito due pozzi che, attualmente, riforniscono l’acqua anche i 300 abitanti di Sophie. Il villaggio di Sophie dispone sì di quattro pozzi ma scavati a mano e quindi non in grado di rifornire il villaggio in quanto spesso a secco e comunque pericolosi per i bambini, già messi a dura prova dalle scarse condizioni igieniche dovute all’acqua insalubre.


Acqua è vita: le ragioni di un Pozzo

Chissà se ci pensiamo, tutte le volte che apriamo uno dei tanti rubinetti che abbiamo in casa a quale importanza ricopra per la vita l’acqua!

Provare ad immaginare la nostra quotidianità senza: crediamo sia impossibile per chiunque, anche per il consumatore più avveduto. Quanti gesti più o meno superflui compiamo ogni giorno in maniera ormai automatica ed inconsapevole che, se pensiamo di eliminare riteniamo inconcepibile: una doccia, fare una lavatrice, lavarsi i denti, sciacquare abbondantemente i piatti, lavare l’auto, lavarsi le mani prima del pasto, cucinare un pasto. Cucinare un pasto appunto.

Si dice “semplice come bere un bicchiere d’acqua” eppure un bene cosi prezioso ed indispensabile ancora oggi non è a disposizione di tutti. Fa parte della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani avere accesso e disponibilità di acqua buona eppure c’è chi si arrangia, tanto auto da lavare non ce ne sono, ed i pochi vestiti non hanno bisogno di essere lavati cosi frequentemente.

Già ma per tutto il resto? Provate a immaginare di attingere per bere ad una fonte non controllata, a una pozza… vi lavereste le mani prima di mangiare con dell’acqua sporca? Probabilmente la stessa acqua sarà l’unica a disposizione per bere o cucinare qualcosa.

Ecco perché tra i tanti progetti promossi ogni anno da Find the Cure trova sempre spazio un pozzo nuovo, come quello del villaggio Sophie Taman.

Per descrivere il villaggio di Sophie forse basta fare un copia incolla di tanti altri villaggi di cui abbiamo scritto in questi anni. E’ nel comune di Kassaro in Mali, è fatto di capanne e di una vita semplice. Ha circa 300 abitanti, 4 pozzi scavati a mano, uno dei quali completamente prosciugato. Con l’acqua di questi pozzi non ci lavereste nemmeno l’auto, vi si ricoprirebbe di terra rossa. I bambini sono allegri e sorridenti, indossano per lo più maglie da calcio di superstar di cui sentiamo parlare spesso e hanno pance grosse.

Sotto la tettoia della casa del capovillaggio sentiamo dire una cosa che abbiamo sentito spesso: l’acqua è vita. Insomma niente di nuovo, Sophie non è tanto diverso da Namafiè, Balazantomo, Borobogou e Takoni, tanto per citare alcuni dei villaggi dove abbiamo finanziato la costruzione di un pozzo. Hanno tutti un comune denominatore: l’assenza di acqua, quella buona, quella che non sa di terra e di insetti, quella che non ti fa venire la diarrea e non ha parassiti.

Finanziare la costruzione di un pozzo vuol dire fare uno studio idrogeologico prima, trivellare a una profondità tra i 50 e gli 80 metri e, una volta trovata l’acqua, installare un pompa manuale. La realizzazione di un pozzo non è esattamente la realizzazione di un acquedotto, niente rubinetti o fontane che sgorgano incessanti dunque ma, la concretizzazione di quel diritto che per noi pare scontato.

Un po’ di superfluo vorremmo regalarlo comunque. Vuoi mettere la gioia di tutti quei bimbi festanti quando le trivelle porteranno e disperderanno litri e litri d’acqua?



ADAMO: acronimo di Atacama Desert Adventure from Mars to Ocean.

ADAMO è il progetto sportivo di Tommaso Palo: ad Ottobre 2019 attraverserà, a piedi ed in solitaria, la parte nord del deserto dell’Atacama in Cile partendo da San Pedro de Atacama per raggiungere l’Oceano Pacifico, dopo aver attraversato la valle di Marte.

12

GIORNI DI CAMMINO

400

KM

3500

QUOTA MAX

Tommaso Palo, Experimental Runner.

Tommaso Palo è classe 1978, una moglie, due figli, atleta agonista ultrarunner in contesti naturali, amante dell’avventura. Non gli piace dare una definizione assoluta della sua attività sportiva, ma se proprio deve allora è sicuramente di sperimentazione atletica.

Ad accompagnarlo in più di 400 km che lo porteranno ad attraversare scenari sconfinati, miniere di rame, percorrendo piste sterrate, ci sarà un carrello dal nome Armadillo, che gli permetterà di trasportare attrezzature per il bivacco e i viveri.

Il progetto sportivo

Le terre dell’Atacama nella regione Nord somigliano in parte a scenari Marziani e il nome del progetto deriva dal nome del primo uomo comparso sulla Terra (secondo tradizioni religiose). Adamo significa figlio del terreno, terroso e della terra rossa.

La motivazione

Il progetto nasce dalla voglia di conoscere luoghi remoti del pianeta, per mettermi in gioco in un viaggio che diventa percorso per sperimentare me stesso e raggiungere nuovi obiettivi. Il territorio scelto è desertico, in quota e per sua natura, uno dei più aridi del pianeta e in alcune parti è molto simile a Marte. Un’esperienza dal fascino sconfinato, lungo il deserto attraversando il tempo e lo spazio, incontrando me stesso e riconoscendo la mia natura.

Nell’ambito del progetto sportivo, ho legato alla mia avventura, il tema dell’acqua e il suo uso consapevole, volendo promuovere la cultura per il suo rispetto perchè bene primario.

Abbiamo bisogno di acqua per vivere, ma ne consumiamo e sprechiamo veramente troppa. Secondo una ricerca dell’Istituto di ricerca sulle acque del CNR, il consumo globale è cresciuto del 600% in un solo secolo e l’Italia ha il maggiore consumo idrico pro capite tra i Paesi dell’Unione Europea.

Attraversando il territorio più arido del pianeta Terra, è evidente che l’approvvigionamento dell’acqua e il suo utilizzo (nel mio caso razionato) determinerà la riuscita o meno dell’avventura.

Facendo sport in territorio naturale, dove molte volte ho dovuto razionare l’acqua, ho avuto modo di riflettere sulla sua importanza. Ho pensato di utilizzare il viaggio avventura nel territorio più arido del pianeta, per far emergere che bisogna avere consapevolezza del consumo idrico e rispetto per un bene primario come l’acqua. Quello che manca è una corretta valutazione del suo valore che permetta di soddisfare il diritto all’acqua a tutti. L’acqua potabile non è un bene inesauribile.

Tommaso Palo


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